La gastrite: disagio personale

La gastrite: disagio personale

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La gastrite è un'infiammazione della mucosa gastrica, la parete interna dello stomaco a contatto coi cibi.
Il bruciore tipico della gastrite viene spesso descritto da chi lo prova come una fiamma che divampa e "mangia" dall'interno. In effetti, l'aumento dell'acidità gastrica equivale a un meccanismo autoaggressivo,non nasce a caso ma si nutre dei nostri disagi e delle nostre sofferenze: imparando a riconoscerne i sintomi riusciremo a capire cosa non va in noi stessi.
Una gastrite che dà un dolore a tenaglia, ad esempio, può riferirsi a situazioni sentite come soffocanti: chi la avverte potrebbe essere indeciso tra l'agire di testa e l'agire d'impulso. Un fuoco che divampa indica una passione, una rabbia che vorrebbe scoppiare e che invece rimane bloccata dentro. Così il bruciore, sintomo di un'emozione trattenuta che ribolle e ci corrode internamente.
Quando il sintomo principale della gastrite è la nausea, ci racconta che molto nella nostra vita è avvertito come invasivo e pericoloso. Queste sensazioni compaiono soprattutto in momenti di transizione ai quali è inizialmente difficile adattarsi, a causa di qualcosa che non va giù. Se il tentativo di uscire da questa realtà indigesta non trova soluzioni, il corpo si assume l'onere di esprimere il rifiuto che non si riconosce a livello cosciente.
I tratti di personalità più comuni in chi soffre di gastrite sono un alto livello di introversione, un'apparente indipendenza e un atteggiamento che vorrebbe essere ironico, ma che risulta sarcastico e irritante. Inoltre la dimensione quotidiana di chi ha lo stomaco in subbuglio è ricca di altre sfumature che rendono il suoi carattere molto complesso: vediamo insieme alcuni degli aspetti che lo caratterizzano. Il rapporto con le emozioni - Ciò che più è evidente nei soggetti con gastrite è un'aggressività che difficilmente riescono a gestire: sono infatti molto sospettosi e talora arrivano anche ad avere veri e propri complessi di persecuzione. E' possibile che ogni tanto la rabbia trattenuta si tramuti in esplosioni di collera Il "digerire" torti, offese e l'ingoiare "bocconi amari" è sicuramente una delle cose più difficili per questi soggetti che tendono "a legarsi al dito" ogni contrarietà.Chi soffre in particolare di nausea e vomito frequenti, ricorre inconsciamente a questi sintomi per salvaguardarsi da eventi temibili (o presunti tali), tentando di rifuggire una situazione percepita come minacciosa. Essi cercano di espellerla da loro, "vomitandola" e negando successivamente ogni contatto con situazioni pericolose (questi timori, soprattutto nelle donne, riguardano in particolare l'ambito sessuale). Le relazioni affettive di queste persone sono in genere vuote e fredde. La carenza di affetto influenza anche la dimensione erotica del gastritico, che ha la tendenza a vivere i rapporti sessuali in modo ambivalente: sente un forte bisogno di esprimere il proprio eros - spesso spiccato e passionale - ma nello stesso tempo ha il timore di non essere ricambiato con la medesima intensità. Finisce così per attivare non di rado meccanismi carichi di aggressività, la cui espressione verso l'esterno viene puntualmente repressa e rivolta contro il proprio stomaco. Molto spesso le persone che soffrono di gastrite hanno una madre invadente, che vuole imporre ai figli le proprie scelte di vita in ambito scolastico, professionale e sentimentale. Questo avviene anche attraverso ricatti mentali impliciti che influenzano soprattutto il momento della tavola, dove si è spesso costretti a consumare il pasto in un clima carico di tensione. Il cibo assumerà così una valenza negativa e quando verrà ingerito risulterà immediatamente indigesto, proprio come la situazione familiare.